Editoriale della Direttrice: i CPIA dentro il progetto GOL in Lombardia
Pubblicato il 13 Gennaio 2023
Sembra un piccolo passo, invece il programma GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori) come obiettivo generale del Ministero del Lavoro-ANPAL e recentemente declinato da Regione Lombardia – con la deliberazione 7723 del 30/11/22 – rappresenta un balzo in avanti per avvicinare in maniera consistente il mondo del lavoro a quello dell’Istruzione degli Adulti per quella fetta di popolazione più fragile, più a rischio, più difficile da coinvolgere in percorsi di avviamento all’occupazione.
Si tende troppo spesso a risolvere problemi complessi con risposte semplici, che rischiano di ignorare o trascurare aspetti e specificità che invece sono la sostanza stessa del problema, in questo caso legato all’occupabilità di persone fragili, di persone che se sono disoccupate non è per scelta matura e consapevole, non è per opportunismo, ma per un insieme di fattori che la stragrande maggioranza di noi non avrebbe voluto vivere o nemmeno conoscere. La fragilità si caratterizza per elementi difficilmente districabili tra loro, per sovrapposizioni temporali diverse, per slittamenti e rinvii dati dall’età o dall’estrazione sociale, per “inciampi” legati a salute o per occasioni mancate o banalmente vissute male. Ecco, non per questo la persona è da “buttare” o da ignorare o, tanto meno, da condannare all’inseguimento perpetuo di standard di efficienza che, già sappiamo, non può essere in grado di raggiungere in autonomia.
Il Programma GOL di Regione Lombardia, nel suo Percorso 4, vuole dare una risposta concreta a questi bisogni diffusi ma inespressi, vuole dare un segno di svolta nelle politiche di aiuto a cittadini estranei a percorsi di formazione e apprendimento, disoccupate o mai occupate, o uscite prematuramente dall’occupazione, o semplicemente inadeguate alle nuove esigenze tecnologiche e informatiche giustamente imposte dal mercato del lavoro e dal tessuto ambientale, secondo una logica, e questa è la differenza con gli interventi passati, di riconoscimento del soggetto come parte viva di una società che vive la sua assenza, la sua mancata partecipazione, come una perdita per tutti, come una mancanza, un vuoto.
La competitività per cui solo i migliori eccellono non basta ad una democrazia matura. La cosiddetta crescita, lo sviluppo di una società, non può essere portata avanti solo dal numero di cittadini che riescono ad allineare conoscenze e competenze in tempi congrui e generalmente condivisi. GOL riesce a trovare uno spazio significativo e di senso per tutti i cittadini, anche quelli che apparentemente non hanno le occasioni giuste per concorrere, in una dimensione, finalmente, che ci può trovare tutti insieme agli stessi nastri di partenza, ma ciascuno secondo il proprio ritmo, la propria capacità di partecipazione.
E’ quindi con entusiasmo che i CPIA hanno letto la lungimiranza dello Schema di Accordo Quadro tra Regione Lombardia, Unione delle Province Lombarde, Città di Milano, USR Lombardia per la realizzazione delle azioni previste da Gol.
E, aggiungo, hanno anche attivamente partecipato affinché il contributo dei CPIA potesse trovare il giusto inserimento, la giusta identità, nel sostegno mirato a tutti i soggetti, i cittadini, che sono ai margini del sistema formativo finalizzato all’inserimento lavorativo. E’ stato, insomma, un lavoro di squadra, un lavoro paziente e chirurgico, che ben ha saputo identificare gli spazi e i tempi per l’accompagnamento ai “nastri di partenza” di tutte quelle persone che tradizionalmente vengono, nella migliore delle ipotesi, scartate dai percorsi di formazione propedeutici all’occupabilità.
Gli ambiti di intervento quindi, si andranno a caratterizzare in primo luogo per la diffusione territoriale, data non dal sovrapporsi di interventi analoghi moltiplicati su soggetti istituzionali diversi, ma per un’oculata politica di accoglienza che veda la costituzione di una rete di punti di prossimità, con finalità informative. A seguire, quindi, sempre in maniera coordinata, si potranno andare a coinvolgere i CPIA nell’erogazione di servizi di formativi di base, essenziali, che potremmo definire “pillole” di sviluppo di competenze preziose ma mai ricomprese nell’istruzione della formazione professionale. Quest’ultima, infatti, comprende percorsi più esigenti rispetto alle possibilità di impegno di soggetti particolarmente lontani dal tradizionale mondo della formazione. I CPIA quindi possono focalizzare l’attenzione su temi iniziali di apprendimento significativi quali lo sviluppo di competenze digitali, di competenze legate all’educazione finanziaria, di competenze linguistiche di italiano o di lingua straniera.
In conclusione, l’esempio virtuoso del Programma GOL può rappresentare una svolta nel metodo italiano riservato alla promozione dell’occupabilità di cittadini particolarmente bisognosi di percorsi individualizzati, un metodo cioè fondato sulla Rete come luogo dinamico di presa in carico del soggetto in formazione, coinvolto nella definizione di un progetto di orientamento di vita che superi l’inserimento lavorativo e restituisca quell’idea di comunità inclusiva che troppo spesso si auspica e che così raramente fondiamo su pratiche concrete.
Lucia Pacini – Direttrice Saperi in Rete (Centro di Ricerca Cpia della Lombardia)
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