Intervista al Cpia lodi: Didattica digitale una sfida per la nostra mission educativa
Pubblicato il 6 Marzo 2024
Nel contesto dell’innovazione educativa digitale, il CPIA di Lodi si distingue per un’approccio dinamico e coinvolgente: abbiamo avuto il privilegio di intervistare il team digitale (le docenti Marta Spoldi e Veronica Losio) coordinate dal loro dirigente dott. Francesco Terracina per approfondire il ruolo delle iniziative virtuali e immersivi nell’arricchimento dell’esperienza educativa degli studenti.
Scopriamo insieme cosa ci hanno detto in merito all’ispirazione dietro le attività di didattica immersiva-virtuale, le sfide incontrate per la costruzione di questo percorso didattico e soprattutto le prospettive future del loro istituto.
- Qual è stata l’ispirazione dietro l’organizzazione di questa visita virtuale a Venezia e come si inserisce all’interno delle iniziative digitali del CPIA? C’entra con l’idea di DDI ovvero didattica digitale integrata?
Il Collegio docenti ci ha assegnato il ruolo di animatrici digitali con il compito di progettare attività didattiche che permettessero ai docenti di tutta la scuola di sfruttare al meglio la strumentazione tecnologica disponibile. In un primo momento abbiamo fatto una ricognizione dei vari dispositivi presenti a scuola e, con l’idea di coinvolgere il maggior numero di classi, abbiamo scelto di concentrarci sulla progettazione di attività didattiche con i visori VR, pensando che questa tecnologia sia la più adattabile ai diversi contesti presenti nella nostra scuola. Abbiamo sviluppato un modello di Uda che prende avvio dalla visione di un video 360° con i visori, così da permettere agli studenti di sperimentare l’esperienza immersiva, e poi, attraverso le diverse fasi, consente di arricchire le conoscenze e il lessico e di focalizzare determinati elementi linguistici o culturali. Questo modello di Uda vuole aiutare i docenti a capire come integrare questa tecnologia nelle lezioni, perché crediamo che essa possa essere un valido supporto alla motivazione e all’apprendimento degli studenti. L’idea di organizzare una visita virtuale a Venezia ci è venuta a partire dalla nostra esperienza personale: entrambe siamo rimaste molto colpite da questa città così pittoresca e ricca di fascino. Abbiamo pensato che per i nostri studenti spesso non è semplice visitare l’Italia e conoscerla da una prospettiva più turistica. Così abbiamo immaginato che una visita virtuale potesse, da un lato, suscitare in qualcuno la curiosità di conoscere le bellezze del nostro Paese e, dall’altro, andare incontro a chi avrebbe il desiderio di viaggiare ma al momento non può farlo. Inoltre pensiamo che vivere insieme l’esperienza della realtà virtuale possa essere un momento di condivisione e rafforzamento delle relazioni all’interno del gruppo classe. Per questi motivi intendiamo estendere questa proposta di visita virtuale ad altre città e altri luoghi suggestivi del nostro Paese o del mondo.
- Potreste condividere con noi alcuni dettagli sulle altre iniziative digitali che il CPIA ha implementato recentemente per arricchire l’esperienza educativa degli studenti?
Noi siamo diventate animatrici digitali di recente e, come dicevamo, il nostro primo obiettivo è stato quello di individuare, tra i diversi strumenti tecnologici della scuola, quelli che potessero essere fruibili dalla maggior parte dei percorsi e utilizzabili da diversi tipi di studenti. C’è stata una prima fase di studio ed esplorazione delle possibilità offerte dal modello del visore a nostra disposizione. Successivamente abbiamo organizzato un momento di incontro con i docenti, in modo che sperimentassero in prima persona questa tecnologia e ne capissero le potenzialità. Abbiamo preparato delle istruzioni per far sì che tutti riuscissero concretamente a utilizzarli. In seguito abbiamo creato un modello base di Uda che si può adattare a diversi argomenti e scopi. Abbiamo, infine, sviluppato l’Uda di Venezia che abbiamo proposto a diverse classi con competenze linguistiche più alte (A2 e licenza media) e, con il supporto di altri docenti, abbiamo sviluppato un’Uda sulla casa, che stiamo sperimentando in questi giorni nelle classi di livello PreA1 e A1. La nostra scuola promuove l’uso di tecnologie didattiche, infatti già nell’anno scolastico 2018/2019 è stato creato il progetto CpiAPP , un percorso per la formazione a distanza che tuttora utilizziamo e che è fruibile da tutti sul nostro sito. Sono stati fatti grandi sforzi per attrezzare quasi tutte le aule delle diverse sedi di Smartboard o LIM, in modo che queste risorse sviluppate da alcune docenti della scuola fossero a disposizione di docenti e studenti durante le lezioni. I nostri obiettivi come scuola adesso sono quello di arricchire le pratiche didattiche con nuovi strumenti tecnologici e quello di sviluppare e potenziare le competenze digitali degli studenti, promuovendo anche un uso consapevole della tecnologia. Per questo motivo, noi due animatrici digitali stiamo seguendo dei corsi di formazione proposti da Scuola Futura sull’utilizzo di stampanti 3D, coding e robotica e l’intelligenza artificiale.
- Come avete selezionato i siti e le attrazioni veneziane da includere nella visita virtuale e quali criteri avete considerato per garantire un’esperienza educativa e coinvolgente per gli studenti?
Il nostro visore poteva supportare solamente video 360° in 4k quindi abbiamo scelto il video più coinvolgente possibile: mostrava la visita di diversi luoghi di Venezia viaggiando a bordo di una gondola, con l’accompagnamento di un gondoliere e diverse maschere veneziane. La musica in sottofondo (senza parole) ci permetteva di condividere le emozioni e di interagire, nonostante docente e studenti vivessero l’esperienza in modo individuale.
- Quali sfide (o criticità eventuali) avete incontrato nell’adattare l’esperienza formativa al formato virtuale-immersivo e come avete affrontato tali sfide?
Abbiamo incontrato le maggiori criticità all’inizio del percorso, in quanto l’assistenza garantita al momento dell’acquisto dei visori non è mai stata raggiungibile. I vari operatori hanno sottolineato che questi strumenti purtroppo risultano datati nel giro di pochi mesi e vengono continuamente sostituiti da nuovi che hanno altre funzioni. La soluzione è stata quella di chiedere qualche indicazione ad esperti esterni, con la consapevolezza che si potevano sfruttare solo in parte le potenzialità del dispositivo.
Un’ulteriore sfida è stata quella di riuscire a rendere i dispositivi parte integrante delle attività didattiche. Ci siamo accorte mentre creavamo l’Uda che il video risultava poco interattivo e in contrasto con la nostra idea di voler fare un’esperienza didattica significativa e in gruppo. Per sopperire a queste mancanze anche noi ci siamo pensate a Venezia e abbiamo ipotizzato un percorso possibile. Mentre navigavamo virtualmente sulla gondola abbiamo capito che era importante soffermarsi su alcuni monumenti, che abbiamo poi mostrato in classe con delle foto. Per quanto riguarda l’arricchimento lessicale abbiamo proposto un’attività di abbinamento parola-immagine creata con Wordwall. Nell’ultima parte dell’Uda abbiamo proposto un’attività per riflettere su ciò che è stato vissuto, condividere i momenti salienti dell’esperienza e interrogarsi sull’utilità di questa tecnologia.
Un ultimo aspetto che consideriamo abbastanza rilevante è che in alcune classi incontriamo grosse difficoltà nell’attivazione dei visori e nella selezione del video da fruire, perché magari gli studenti non comprendono le istruzioni. Purtroppo non disponiamo di una licenza che permetta al docente di azionare i visori in modo sincrono. Per sopperire a questa difficoltà abbiamo organizzato le attività con i visori in modo che siano presenti in aula due docenti in compresenza, così da poter fornire agli studenti un supporto concreto.
- Quali sono i principali obiettivi educativi o culturali del vostro istituto e come si integrano con la missione educativa generale del CPIA?
Il Cpia di Lodi ha la finalità di formare cittadini attivi, responsabili, in grado di partecipare pienamente alla vita comunitaria, favorendo l’integrazione e quindi la coesione sociale.
Per far questo e in risposta ai bisogni degli utenti e ai bisogni emersi sul territorio, il Cpia offre diversi percorsi formativi, quali:
– corsi di alfabetizzazione di lingua italiana come L2, rivolti a persone di origine straniera;
– corsi di Primo livello Primo Periodo Didattico (ex Licenza media);
– corsi di Primo livello Secondo Periodo Didattico (825 ore propedeutiche all’inserimento nella scuola superiore);
– corsi rivolti a studenti minori, a rischio di dispersione scolastica, di età dai 15 ai 18 anni, che vivono in famiglia e a studenti minori non accompagnati (MSNA) affidati a comunità.
A livello collegiale si è stabilito, vista la loro importanza, di rendere strutturali 2 funzioni strumentali:
1) dispersione scolastica, ricoperta da una docente con esperienza pluriennale con studenti minori e minori non accompagnati che vivono in comunità; grazie alla collaborazione con l’Ufficio di Piano di Lodi, con le comunità, con diversi enti territoriali ogni anno la docente accoglie studenti minori (dai 14-15 anni) neo arrivati in Italia o provenienti da altri Istituti scolastici a rischio dispersione scolastica e, in collaborazione con altri insegnanti del Cpia, progetta percorsi formativi ritagliati su ciascuno di essi: dall’apprendimento iniziale della lingua italiana, all’iscrizione successiva ai percorsi di Primo Periodo didattico (ex licenza media) fino al loro inserimento in corsi professionalizzanti o in corsi di scuole superiori;
2) apprendimento permanente, gestita da una docente con Master nella certificazione delle competenze la quale, lavorando in rete con il Centro per l’Impiego e con i diversi Centri di Formazione Professionale, accoglie le sempre più numerose richieste formative di inserimento in corsi professionalizzanti da parte degli utenti del Cpia e da persone inviate dal Centro per l’Impiego di Lodi. Al Cpia è attivo uno sportello gestito dalla docente, dedicato a persone che desiderano rientrare in formazione o che vogliono entrare nel mondo del lavoro attraverso ad esempio la frequenza ai corsi professionalizzanti (corsi GOL finanziati dal PNRR) attraverso i quali possono acquisire competenze professionali, riconosciute a livello regionale, spendibili nel mondo del lavoro.
Da questo anno scolastico abbiamo riproposto corsi di lingua e di informatica in orario tardo pomeridiano/ serale, aperti alla cittadinanza.
Nel perseguire tutti questi obiettivi è fondamentale essere parte attiva di una rete costituita da associazioni, enti e strutture del territorio che collaborano e si sostengono a vicenda.
Infine, ci teniamo a evidenziare che, tra i principali obiettivi del nostro istituto, vi è naturalmente quello di promuovere le competenze digitali e le abilità che si inseriscono nel campo delle STEAM: questo discorso era stato già iniziato da altri docenti che hanno sviluppato le learning app e altri materiali didattici digitali durante la didattica a distanza; noi siamo motivate a proseguire il lavoro ed ampliare il discorso, anche in collaborazione con altri CPIA o altre scuole con il fine di promuovere la cittadinanza attiva.
- Qual è stata la risposta della comunità scolastica?
Nelle classi dove finora abbiamo proposto delle attività con i visori, gli studenti hanno reagito con entusiasmo; solo qualcuno invece ha espresso qualche timore e ha preferito non provare l’esperienza. Abbiamo riscontrato una risposta altrettanto positiva anche da parte di molti docenti, che hanno aderito alla proposta dell’utilizzo dei visori da parte dei propri alunni e hanno contribuito attivamente alla progettazione dell’Uda STEAM sulla casa. Per il futuro auspichiamo che i colleghi diventino autonomi nella creazione di nuove Uda STEAM, in modo che le proposte didattiche si moltiplichino e che diventi più frequente l’utilizzo di questi strumenti e più solida la confidenza con le diverse strumentazioni tecnologiche e digitali.
Sito web Cpia Lodi – www.cpialodi.edu.it
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