SaperinRete CRRS&S Cpia Lombardia

SaperinRete CRRS&S Cpia Lombardia

Fare Rete – Giornata di studi sull’Apprendimento Permanente (Cpia Bergamo)

Fare Rete – Giornata di studi sull’Apprendimento Permanente (Cpia Bergamo)

Il 17 aprile 2024, presso l’Istituto Tecnico Statale “Giacomo Quarenghi” di Bergamo, si terrà la terza edizione di “FARE RETE 2024”, una giornata di studi dedicata all’Apprendimento Permanente. L’evento, organizzato dal CPIA 1 Bergamo e dal CPIA 2 Bergamo in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale, si propone come un’importante occasione di riflessione e formazione sull’orientamento degli adulti, con particolare attenzione all’integrazione tra istruzione, formazione professionale e inserimento nel mercato del lavoro. Link per approfondire La giornata sarà suddivisa in due momenti principali: Mattina: Convegno formativo in sessione plenaria (9:00 – 12:30) Dopo i saluti istituzionali di Ursula Dragone, Dirigente scolastica dell’Istituto Quarenghi, Vincenzo Cubelli, Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, e Pasquale Gandolfi, Presidente della Provincia di Bergamo, interverranno i Dirigenti scolastici dei CPIA della provincia di Bergamo per un’introduzione ai lavori. Il convegno sarà articolato in tre parti: L’orientamento nei percorsi di Secondo Livello: Maria Pina Russo (docente IPSEOA Sonzogni di Nembro) e Gisella Martinazzoli (docente I.S. Quarenghi di Bergamo) discuteranno su come strutturare un percorso di orientamento per studenti adulti. Franco Gallo, Coordinatore del Gruppo Ispettori USR Lombardia, approfondirà le norme e le prassi per l’orientamento e il ruolo del tutor nelle scuole di Secondo Livello. Enti Locali: strategie e strumenti per l’orientamento e le politiche attive del lavoro: Elisabetta Donati, Dirigente del Settore Politiche del lavoro della Provincia di Bergamo, presenterà gli aggiornamenti sulle fasi realizzative dei Patti territoriali per le competenze e l’occupazione. Loredana Poli, Presidente del Dipartimento Istruzione, Educazione ed Edilizia scolastica di ANCI Lombardia, illustrerà le risorse e i servizi degli Enti Locali a favore dell’Istruzione degli adulti. Azioni sperimentali sui territori: Silvia Valoti (Sviluppo Lavoro Italia), Chiara Cospito (Coordinamento CPI Bergamo) e Maria Vella (CPIA 2 Bergamo) parleranno della sperimentazione della rete CPI-CPIA a Bergamo per l’orientamento al lavoro degli studenti stranieri. Claudio Meneghini, Dirigente Scolastico del CPIA Monza e Brianza, esporrà lo stato dell’arte e le prospettive di sviluppo della RETAP nella provincia di Monza e Brianza. Le conclusioni saranno affidate a Laura Formenti dell’Università Bicocca, Presidente di RUIAP. Pomeriggio: Sessioni di lavoro riservate (14:00 – 16:00) Sono previste due sessioni: Incontro congiunto per dipartimenti: Sessione dedicata ai docenti del Secondo Livello. Sviluppo Sperimentazione CPIA-CPI: Sessione dedicata a docenti CPIA e operatori CPI. “FARE RETE 2024” rappresenta un’importante opportunità per approfondire le tematiche legate all’orientamento permanente e all’istruzione degli adulti, favorendo lo scambio di esperienze e la costruzione di reti collaborative sul territorio.

Life Skill 2 – Le interviste “possibili”

Life Skill 2 – Le interviste “possibili”

  1)      SEI D’ACCORDO CON L’AFFERMAZIONE: IL CORSO DI LINGUA/PERCORSO DI PRIMO LIVELLO DIVENTA UN LABORATORIO OTTIMALE PER LO SVILUPPO DELLE ABILITÀ SOCIALI? PERCHÉ? LUIGI: Sì, sono d’accordo perché tramite la relazione e la conoscenza dell’altro “si aprono” canali, a volte inaspettati, che stimolano le proprie abilità oltreché l’apprendimento. In tal senso sono profondamente convinto che l’apprendimento passa dalla relazione. LAURA:  I corsi per adulti sono di per sé un laboratorio di abilità sociali. Gli adulti che partecipano a questi corsi provengono da contesti diversi e hanno esperienze di vita variegate. Durante il corso, hanno l’opportunità di interagire e collaborare con persone provenienti da background diversi, imparando a comunicare in modo efficace, adattarsi a diverse prospettive e lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni. Questa interazione sociale arricchisce l’esperienza di apprendimento e contribuisce allo sviluppo delle abilità sociali degli adulti partecipanti al corso. Durante le attività di apprendimento, gli studenti sono incoraggiati a lavorare insieme, affrontando sfide linguistiche e culturali. Questa collaborazione favorisce lo sviluppo delle abilità sociali come la comunicazione efficace e la capacità di lavorare in gruppo. Inoltre, l’apprendimento di una nuova lingua per lo studio richiede interazioni costanti con gli altri partecipanti e con l’insegnante. Le conversazioni, le attività di coppia e di gruppo offrono numerose opportunità per praticare le abilità sociali e migliorare la fiducia nell’interagire con gli altri. Gli studenti, per naturale composizione dei gruppi classe, sono esposti a diverse culture e punti di vista durante il corso, il che può aiutarli a sviluppare un senso di empatia e comprensione verso gli altri. Attraverso l’ascolto e la comprensione delle esperienze degli altri, gli studenti imparano a essere più empatici e aperti alle differenze. DANIELA: …”sono assolutamente d’accordo che il corso di lingua sia un laboratorio ottimale per lo sviluppo delle abilità sociali perché l’apprendimento di una lingua è lo strumento più importante per entrare in relazione con l’Altro… FABIO: “Sono assolutamente d’accordo con l’affermazione in esame. In un contesto particolare come il nostro, dove si trovano a dover lavorare assieme studenti provenienti da moltissimi paesi diversi, con età molto diverse tra loro e con storie di vita spesso complesse, l’utilizzo e lo sviluppo delle abilità sociali diviene fondamentale, sia per gli studenti che per i docenti stessi.   2)  IN CHE MODO, NEI TUOI PERCORSI PER ADULTI, TIENI PRESENTE LO SVILUPPO DELLE LIFE SKILLS DA UN PUNTO DI VISTA METODOLOGICO? LUIGI: Mettendo la persona al centro del processo di apprendimento, questo processo si traduce in “momenti” interattivi, esperienziali e multisensoriali, mirati a permettere ai corsisti di aprirsi all’ascolto e alla riflessione (stimolare l’empatia). Affinché questo sia possibile cerco di creare fin da subito un clima di fiducia, aperto, accogliente e divertente in cui sia presente la comunicazione intenzionale ovvero un ascolto in cui sono coinvolti più sensi possibili, in modo da favorire l’entrare in relazione con l’altro e far emergere i punti di forza di ognuno; tutto ciò può favorire l’interazione tra i soggetti coinvolti. LAURA: Per garantire lo sviluppo delle life skills neI percorsi per adulti, adotto diversi approcci metodologici che favoriscono l’acquisizione di competenze sociali, emotive e trasversali. Di seguito alcune metodologie che uso in classe per favorire lo sviluppo delle life skills: Attività di problem solving e lavoro di gruppo: Organizzo attività pratiche in cui gli studenti devono affrontare problemi complessi e trovare soluzioni insieme, stimolando così la collaborazione e il senso di responsabilità condivisa. Un esempio concreto dell’applicazione di tale metodologia è stato il laboratorio “La Panchina Rossa”. Durante la realizzazione della Panchina Rossa gli studenti hanno collaborato per progettare un manufatto simbolico contro la violenza di genere. Questa attività ha coinvolto la pianificazione delle fasi di lavoro, la distribuzione dei compiti e la risoluzione di eventuali ostacoli incontrati durante il processo, sviluppando abilità di problem solving e comunicazione efficace. Discussioni e dibattiti su temi pertinenti: sono solita organizzare sessioni di discussione su argomenti rilevanti che incoraggiano gli studenti a esprimere le proprie opinioni, a confrontare punti di vista e a riflettere criticamente sulle questioni sociali, culturali e linguistiche. Le discussioni sulle implicazioni storiche e sociali delle Pietre di Inciampo rappresentano un esempio di questo approccio, promuovendo il pensiero critico, l’apertura mentale e la capacità di comprendere e apprezzare le prospettive degli altri. Progetto orientamento “Navigare il Futuro”: All’interno di questo progetto, gli studenti si impegnano nella ricerca e nella pianificazione della propria carriera. Conducono ricerche sulle opportunità di carriera, le competenze richieste e le tendenze del mercato del lavoro. Hanno partecipato a sessioni di discussione e dibattito per esplorare le sfide e le opportunità nel loro percorso professionale, sviluppando così il pensiero critico e la capacità di pianificazione strategica per il futuro. Integrando queste attività pratiche nei percorsi per adulti, si offrono agli studenti opportunità significative per sviluppare non solo le loro competenze linguistiche, ma anche le abilità sociali, trasversali e di vita che sono fondamentali per il successo personale e professionale. DANIELA: …”Nel mio lavoro, cerco di sviluppare e valorizzare le life skills creando un clima aperto e accogliente in classe, avendo cura di creare un ambiente neutro e scevro da pregiudizi nella comunicazione didattica, prevedendo sempre attività in cui sia necessario lo scambio e il lavoro di gruppo per una costruzione collaborativa del sapere”… FABIO: “Come insegnante tento di integrare lo sviluppo delle life skills nel mio lavoro particolarmente in quei momenti di dibattito che spesso emergono tra gli studenti all’interno della classe.  È inoltre fondamentale trovare con essi un giusto equilibrio tra la proposta di un percorso scolastico formale, con tutta la serietà che questo comporta, e la necessità di comprendere ed accogliere tutte quelle difficoltà e quegli ostacoli personali, passati e presenti, caratterizzanti la vita di ciascuno dei nostri studenti. A me pare necessario personalizzare percorsi, richieste e aspettative fin quasi all’estremo, cercando quell’equilibrio sempre sfuggente nel quale non si chiede a nessuno più di quello che potrebbe dare, ma neanche meno. Infine, rendere gli studenti stessi consapevoli di questa ricerca, al fine di poterli reimmettere con successo in un sistema educativo del quale forse avevano perso stima,

#webinarSaperi2024 – 9 aprile 2024

#webinarSaperi2024 – 9 aprile 2024

      Gli interventi download Lucia Pacini, Direttrice del Centro di Ricerca CPIA Lombardia, ha aperto i lavori, sottolineando l’importanza del webinar all’interno delle attività del CRR&S Sophia Benassila e Ludovica Barbato dell’UNICEF hanno presentato il progetto itinerante Skill4YOUth, mirato a fornire competenze chiave ai giovani MSNA annunciando – peraltro – iniziative di formazione docente che prenderanno il via a breve Volantino_Skills4Youth_06 11 23 Sophia Benassila (Education and Skills Building Specialist )  FINAL Brief S4Y for website to share PPT Saperi in rete S4Y Sergio Silvotti del Forum Terzo Settore Lombardia ha discusso delle trasformazioni nel terzo settore e del ruolo cruciale del no-profit nel tessuto collettivo Andrea Fumagalli e Giovanni Bonzanino dell’ASC Lombardia hanno condiviso l’esperienza positiva del servizio civile dei giovani come opportunità di crescita e integrazione. Silvotti Forum TS Presentazione FTS_ASC (Fumagalli Bonzanino)_abstract Marco Giovannelli, Direttore di Varese News.it, ha sottolineato l’importanza di raccontare storie positive per ispirare e motivare.     Negli ultimi anni, l’Italia ha assistito a un significativo incremento dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) sul proprio territorio, con recenti flussi che includono anche giovani provenienti dall’Ucraina. Questi minori, privi di sostegno e rappresentanza legale da parte dei genitori o di altri adulti legalmente responsabili, si trovano in una condizione particolarmente vulnerabile, esposti a vari rischi. In questo contesto critico, l’importanza dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) emerge in modo evidente. Grazie alla loro flessibilità didattica, alla varietà dei percorsi formativi offerti e alla capacità di adattarsi alle esigenze specifiche degli studenti, i CPIA si rivelano essenziali nel garantire ai MSNA l’accesso all’istruzione e alle opportunità di apprendimento. Un elemento cruciale per il successo di questa missione è la collaborazione con associazioni e Enti del Terzo Settore (ETS), che permette di soddisfare in modo più completo i bisogni formativi e sociali di questi giovani. Un’occasione significativa per approfondire questo tema è stata la prima sessione di un webinar recentemente tenutosi, dove esperti e professionisti si sono confrontati su soluzioni e prospettive. Le voci di questi esperti hanno fornito spunti preziosi per i CPIA, incoraggiandoli a sviluppare ulteriori progetti educativi. L’educazione, concordano, è un processo continuo di costruzione e ricostruzione delle esperienze, fondamentale per favorire l’integrazione e l’inclusione sociale. Attraverso una collaborazione autentica e sinergica con le agenzie del sistema formativo e i territori, i CPIA possono continuare a fornire strumenti efficaci e attivare strategie mirate per promuovere l’integrazione culturale e sociale di tutti i giovani, indipendentemente dalle loro circostanze di vita.   Il CRR&S – come da indicazione ministeriale – ristrutturato nel 2021 con un team di lavoro dedicato, ha messo in campo in questi mesi iniziative che stimolano i Cpia (dirigenti, docenti, personale educativo) a creare connessioni con tutti gli attori che si dedicano al mondo della formazione (istituzioni – associazioni – enti – startup ) per fare il punto su alcuni dossier chiave. Dopo il successo del primo ciclo di webinar dedicato al tema della “cittadinanza”, è la volta delle sinergie tra i Cpia e il Terzo Settore dove c’è tutto un mondo mai sufficientemente esplorato  di organizzazioni che lavorano  attivamente per affrontare le sfide emergenti e migliorare la qualità della vita per tutti i cittadini attraverso a) progetti per sostenere i gruppi vulnerabili b) promuovere l’istruzione e la formazione ai target “fragili” c) proteggere le categorie deboli d) sostenere lo sviluppo economico locale. ⇒Prossimi appuntamenti alla sezione dedicata del sito  ⇒ Se vuoi iscriverti clicca qui  

Nuovi Corsi MOOC  – Cpia Lecco

Nuovi Corsi MOOC – Cpia Lecco

La Rete di scopo ICT IdA propone due nuovi MOOC per formare il nostro personale all’uso didattico delle ICT e per migliorare l’attività della segreteria: I corsi predisposti sono:Corso: Digitalizzare gli Uffici di Segreteria – Per Personale ATA 🖥️ Descrizione: Questo corso offre al personale ATA gli strumenti necessari per digitalizzare efficacemente gli uffici di segreteria nelle scuole. Attraverso lezioni pratiche e approfondimenti su software e procedure, i partecipanti impareranno a ottimizzare i processi amministrativi, migliorare l’organizzazione dei documenti e facilitare la comunicazione interna ed esterna, contribuendo così a una gestione più efficiente e trasparente delle attività scolastiche. Corso: Digital Storytelling come Metodologia Efficace, Coinvolgente e Collaborativa – Per Docenti 📖 Descrizione: Questo corso è pensato per i docenti che desiderano arricchire le proprie lezioni con il potere narrativo del digital storytelling. Attraverso una combinazione di teoria e pratica, i partecipanti acquisiranno competenze nella creazione di storie coinvolgenti utilizzando strumenti digitali, come video, immagini, e narrazione multimediale. Il digital storytelling non solo rende le lezioni più interessanti ed emozionanti, ma promuove anche la partecipazione attiva degli studenti e favorisce la collaborazione in classe, stimolando la creatività e il pensiero critico. Questi corsi offrono quindi  opportunità preziose di sviluppo professionale per il personale scuola,  consentendo ai partecipanti di sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie digitali per migliorare l’esperienza educativa e amministrativa nelle scuole.   ALLEGATI MOOC IDA Storytelling Mooc per segreterie

Sfide 2024 – Panel della direttrice Pacini sulle sinergie Cpia-Volontariato

Sfide 2024 – Panel della direttrice Pacini sulle sinergie Cpia-Volontariato

 Nel panorama dell’istruzione degli adulti in Lombardia, il rapporto tra istituzioni e volontariato riveste un ruolo cruciale nella promozione dell’alfabetizzazione e nel sostegno degli individui desiderosi di continuare il proprio percorso educativo. Questa sinergia è al centro del prossimo Panel guidato da Lucia Pacini, dirigente del CPIA 2 Milano e direttrice del nostro centro di ricerca, in occasione di Sfide-Fai la cosa giusta edizione 2024. Le sinergie tra i CPIA e il terzo settore possono essere attivate tramite partenariati istituzionali, programmi di volontariato, condivisione di risorse, sviluppo di progetti congiunti, promozione dell’inclusione sociale e ricerca congiunta: tutte strategie potenziali che se implementate potrebbero favorire la collaborazione reciproca per promuovere l’educazione degli adulti, migliorare l’inclusione sociale e valutare l’efficacia delle iniziative educative. Attraverso l’analisi del dato contestuale e gli scenari futuri, il Panel mira a individuare soluzioni innovative per potenziare la collaborazione tra istituzioni e terzo settore. Le conclusioni tratte da questo dibattito contribuiranno a consolidare il ruolo dei CPIA nella promozione dell’orientamento e dell’educazione degli adulti, fornendo spunti concreti per migliorare la qualità delle iniziative formative e per favorire un maggiore coinvolgimento del terzo settore nel processo educativo.   ⇒Link Sfide edizione 2024 – https://www.sfide-lascuoladitutti.it/programma/la-sinergia-tra-istituzioni-e-volontariato-nellistruzione-degli-adulti/ ⇒Link diretto per iscriversi ai webinar di aggiornamento – https://forms.gle/3xfbEqQS461RToyt7     Relatrice Lucia Pacini, Dirigente Scolastica del CPIA2 Milano “Ilaria Alpi”, e Direttrice del Centro di Ricerca Sperimentazione e Sviluppo della Lombardia in materia di Istruzione degli Adulti su mandato del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Collabora attualmente al Progetto OCSE per migliorare il riconoscimento dei crediti e la personalizzazione dei percorsi formativi nei CPIA.

Intervista al Cpia lodi: Didattica digitale una sfida per la nostra mission educativa

Intervista al Cpia lodi: Didattica digitale una sfida per la nostra mission educativa

Nel contesto dell’innovazione educativa digitale, il CPIA di Lodi si distingue per un’approccio dinamico e coinvolgente: abbiamo avuto il privilegio di intervistare il team digitale (le docenti Marta Spoldi e Veronica Losio) coordinate dal loro dirigente dott. Francesco Terracina  per approfondire il ruolo delle iniziative virtuali e immersivi nell’arricchimento dell’esperienza educativa degli studenti.  Scopriamo insieme cosa ci hanno detto in merito  all’ispirazione dietro le attività di didattica immersiva-virtuale, le sfide incontrate per la costruzione di questo percorso didattico e soprattutto le prospettive future del loro istituto.   Qual è stata l’ispirazione dietro l’organizzazione di questa visita virtuale a Venezia e come si inserisce all’interno delle iniziative digitali del CPIA? C’entra con l’idea di DDI ovvero didattica digitale integrata? Il Collegio docenti ci ha assegnato il ruolo di animatrici digitali con il compito di progettare attività didattiche che permettessero ai docenti di tutta la scuola di sfruttare al meglio la strumentazione tecnologica disponibile. In un primo momento abbiamo fatto una ricognizione dei vari dispositivi presenti a scuola e, con l’idea di coinvolgere il maggior numero di classi, abbiamo scelto di concentrarci sulla progettazione di attività didattiche con i visori VR, pensando che questa tecnologia sia la più adattabile ai diversi contesti presenti nella nostra scuola. Abbiamo sviluppato un modello di Uda che prende avvio dalla visione di un video 360° con i visori, così da permettere agli studenti di sperimentare l’esperienza immersiva, e poi, attraverso le diverse fasi, consente di arricchire le conoscenze e il lessico e di focalizzare determinati elementi linguistici o culturali. Questo modello di Uda vuole aiutare i docenti a capire come integrare questa tecnologia nelle lezioni, perché crediamo che essa possa essere un valido supporto alla motivazione e all’apprendimento degli studenti. L’idea di organizzare una visita virtuale a Venezia ci è venuta a partire dalla nostra esperienza personale: entrambe siamo rimaste molto colpite da questa città così pittoresca e ricca di fascino. Abbiamo pensato che per i nostri studenti spesso non è semplice visitare l’Italia e conoscerla da una prospettiva più turistica. Così abbiamo immaginato che una visita virtuale potesse, da un lato, suscitare in qualcuno la curiosità di conoscere le bellezze del nostro Paese e, dall’altro, andare incontro a chi avrebbe il desiderio di viaggiare ma al momento non può farlo. Inoltre pensiamo che vivere insieme l’esperienza della realtà virtuale possa essere un momento di condivisione e rafforzamento delle relazioni all’interno del gruppo classe. Per questi motivi intendiamo estendere questa proposta di visita virtuale ad altre città e altri luoghi suggestivi del nostro Paese o del mondo.   Potreste condividere con noi alcuni dettagli sulle altre iniziative digitali che il CPIA ha implementato recentemente per arricchire l’esperienza educativa degli studenti? Noi siamo diventate animatrici digitali di recente e, come dicevamo, il nostro primo obiettivo è stato quello di individuare, tra i diversi strumenti tecnologici della scuola, quelli che potessero essere fruibili dalla maggior parte dei percorsi e utilizzabili da diversi tipi di studenti. C’è stata una prima fase di studio ed esplorazione delle possibilità offerte dal modello del visore a nostra disposizione. Successivamente abbiamo organizzato un momento di incontro con i docenti, in modo che sperimentassero in prima persona questa tecnologia e ne capissero le potenzialità. Abbiamo preparato delle istruzioni per far sì che tutti riuscissero concretamente a utilizzarli. In seguito abbiamo creato un modello base di Uda che si può adattare a diversi argomenti e scopi. Abbiamo, infine, sviluppato l’Uda di Venezia che abbiamo proposto a diverse classi con competenze linguistiche più alte (A2 e licenza media) e, con il supporto di altri docenti, abbiamo sviluppato un’Uda sulla casa, che stiamo sperimentando in questi giorni nelle classi di livello PreA1 e A1. La nostra scuola promuove l’uso di tecnologie didattiche, infatti già nell’anno scolastico 2018/2019 è stato creato il progetto CpiAPP , un percorso per la formazione a distanza che tuttora utilizziamo e che è fruibile da tutti sul nostro sito. Sono stati fatti grandi sforzi per attrezzare quasi tutte le aule delle diverse sedi di Smartboard o LIM, in modo che queste risorse sviluppate da alcune docenti della scuola fossero a disposizione di docenti e studenti durante le lezioni. I nostri obiettivi come scuola adesso sono quello di arricchire le pratiche didattiche con nuovi strumenti tecnologici e quello di sviluppare e potenziare le competenze digitali degli studenti, promuovendo anche un uso consapevole della tecnologia. Per questo motivo, noi due animatrici digitali stiamo seguendo dei corsi di formazione proposti da Scuola Futura sull’utilizzo di stampanti 3D, coding e robotica e l’intelligenza artificiale.   Come avete selezionato i siti e le attrazioni veneziane da includere nella visita virtuale e quali criteri avete considerato per garantire un’esperienza educativa e coinvolgente per gli studenti? Il nostro visore poteva supportare solamente video 360° in 4k quindi abbiamo scelto il video più coinvolgente possibile: mostrava la visita di diversi luoghi di Venezia viaggiando a bordo di una gondola, con l’accompagnamento di un gondoliere e diverse maschere veneziane. La musica in sottofondo (senza parole) ci permetteva di condividere le emozioni e di interagire, nonostante docente e studenti vivessero l’esperienza in modo individuale. Quali sfide (o criticità eventuali) avete incontrato nell’adattare l’esperienza formativa al formato virtuale-immersivo e come avete affrontato tali sfide? Abbiamo incontrato le maggiori criticità all’inizio del percorso, in quanto l’assistenza garantita al momento dell’acquisto dei visori non è mai stata raggiungibile. I vari operatori hanno sottolineato che questi strumenti purtroppo risultano datati nel giro di pochi mesi e vengono continuamente sostituiti da nuovi che hanno altre funzioni. La soluzione è stata quella di chiedere qualche indicazione ad esperti esterni, con la consapevolezza che si potevano sfruttare solo in parte le potenzialità del dispositivo. Un’ulteriore sfida è stata quella di riuscire a rendere i dispositivi parte integrante delle attività didattiche. Ci siamo accorte mentre creavamo l’Uda che il video risultava poco interattivo e in contrasto con la nostra idea di voler fare un’esperienza didattica significativa e in gruppo. Per sopperire a queste mancanze anche noi ci siamo pensate a Venezia e abbiamo ipotizzato un percorso possibile. Mentre navigavamo virtualmente

Cpia Monza e Brianza: Incontro online di formazione il 29 febbraio con il dirigente Meneghini

Cpia Monza e Brianza: Incontro online di formazione il 29 febbraio con il dirigente Meneghini

E’ fissato per il 29 febbraio l’incontro online dal tema “Implementazione della Raccomandazione Upskilling Pathways in Italia” nell’ambito del progetto Erasmus+ K3 Partner Up. L’evento  sarà un’occasione imperdibile per discutere dell’importanza dello sviluppo delle competenze e dell’innovazione educativa nel contesto italiano. L’iniziativa mira a promuovere l’implementazione della Raccomandazione Upskilling Pathways in Italia, un’iniziativa dell’Unione Europea volta a fornire agli individui le competenze necessarie per affrontare le sfide del mercato del lavoro in continua evoluzione. Attraverso la collaborazione tra diverse organizzazioni e istituzioni educative, il progetto si propone di sviluppare percorsi di apprendimento flessibili e adattabili alle esigenze dei cittadini italiani. Il progetto Erasmus+ K3 Partner Up è finanziato dall’Unione Europea e vede la partecipazione di diverse istituzioni educative e organizzazioni italiane, tra cui il Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti (CPIA). Questo incontro online rappresenta un’opportunità unica per i partecipanti di conoscere i dettagli del progetto, comprendere le sue implicazioni e contribuire alla sua implementazione. Durante l’incontro, i partecipanti avranno l’opportunità di ascoltare relatori esperti nel campo dell’istruzione e delle politiche educative, nonché di partecipare a sessioni interattive e di networking. Saranno affrontati temi cruciali come l’adattamento dei percorsi formativi alle esigenze del mercato del lavoro, l’inclusione sociale attraverso l’istruzione e l’importanza dell’educazione continua per lo sviluppo personale e professionale. Presente fra i relatori il dirigente del Cpia Monza e Brianza Claudio Meneghini  Link diretto per iscriversi https://www.cpia.edu.it/mb/2024/02/27/29-febbraio-incontro-online-zoom-dal-titolo-limplementazione-della-raccomandazione-upskilling-pathways-in-italia-nellambito-del-progetto-erasmus-k3-partner-up/     Approfondimenti  Sito Associazione Dirigenti https://adiscuola.it/pubblicazioni/limplementazione-della-raccomandazione-europea-upskilling-pathways-e-le-risorse-disponibili/ Ministero Lavoro – https://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/orientamento-e-formazione/focus-on/Formazione/Documents/Italian-Report-on-upskilling-Pathways-New-Version-04102018.pdf

Intervista esclusiva a UNICEF- Progetto Skills4YOUth

Intervista esclusiva a UNICEF- Progetto Skills4YOUth

  Durante un recente panel a Fierida, tenutosi a Milano, Sophia Benassila (Education and Skills Building Specialist) e Ludovica Barbato (Skills Building and Job Orientation Consultant) hanno offerto un’importante prospettiva sul lavoro dell’UNICEF e sulla sua collaborazione con il nostro centro di ricerca SaperinRete e la rete Ridap dei CPIA in Italia. L’intervista che segue è il segno una fruttuosa collaborazione e   anticipa la loro partecipazione al prossimo ciclo di #webinarSaperi, in programma a partire dal 9 aprile le cui iscrizioni online sono aperte.      Qual è l’approccio dell’UNICEF*nei confronti dell’istruzione dei minori migranti? I minori stranieri non accompagnati (MSNA) hanno diritto allo sviluppo fisico, mentale e sociale nonché al diritto-obbligo di frequentare la scuola prima di poter entrare nel mondo del lavoro (artt. 27 e 28 della Convenzione sui diritti dell’infanzia, art. 34 della Costituzione italiana, D.L. 296/2006, D.L. 47/2017). È cruciale garantire loro l’accesso a un’istruzione di qualità il prima possibile e con coerenza durante la loro permanenza nel sistema di accoglienza. Questo obiettivo diventa ancor più urgente tenendo presente il breve lasso di tempo che hanno prima di diventare maggiorenni e che la maggior parte delle opportunità educative e formative sono gratuite solo per gli adolescenti sotto i 18 anni. Per l’UNICEF è quindi fondamentale garantire ai MSNA un accesso tempestivo alle informazioni chiave sulle opportunità di istruzione e formazione e orientamento professionale. Fin dalle prime fasi della loro inclusione sociale in Italia e durante tutta la loro permanenza nel sistema di accoglienza, è necessario aumentare la loro consapevolezza sui loro diritti e doveri nell’ambito del sistema educativo italiano, sulle proprie competenze e abilità pregresse, sui propri obiettivi professionali, sui documenti e requisiti per entrare nel mondo del lavoro in Italia, nonché sui diritti dei lavoratori e i rischi di condizioni di lavoro irregolari. Quali sfide principali affrontano i minori migranti nel ricevere un’istruzione di qualità? Degli oltre 23.000 minori stranieri non accompagnati registrati nel sistema di accoglienza italiano, oltre il 73% ha un’età compresa tra i 16 e i 17 anni. A ridosso del compimento dei 18 anni – che si traduce per molti nell’uscita dal sistema di accoglienza e assistenza riservato ai minorenni – i minori stranieri non accompagnati (MSNA) e i giovani rifugiati e migranti hanno a disposizione una finestra di tempo molto limitata per dotarsi delle conoscenze e delle competenze necessarie per una transizione di successo all’età adulta e all’autonomia. Quindi, hanno poco tempo per imparare l’italiano, assolvere all’obbligo scolastico e formativo e acquisire le competenze tecniche e trasversali necessarie per entrare nel mercato del lavoro. Le barriere linguistiche, i bassi livelli di scolarizzazione, la mancanza di motivazione e le difficoltà relazionali all’arrivo – spesso esacerbate da traumi vissuti durante il viaggio – possono fare la differenza nella loro scelta di intraprendere, proseguire o abbandonare percorsi di istruzione e formazione. Molti hanno un accesso limitato alle informazioni sui percorsi scolastici, formativi e sulle opportunità di lavoro che offre il territorio in cui sono inseriti. Altri affrontano ostacoli o lunghe procedure per ottenere il riconoscimento dei loro titoli ed esperienze professionali. Inoltre, per molti MSNA e giovani migranti e rifugiati la priorità è trovare lavoro nell’immediato e supportare le loro famiglie nei Paesi di origine. Di conseguenza, sono più esposti all’abbandono scolastico e molti rischiano di diventare facile preda di gruppi criminali o di entrare in reti di lavoro irregolari, con elevati rischi di violenza, abuso e sfruttamento. Come l’UNICEF collabora con i governi e le organizzazioni locali per migliorare l’accesso all’istruzione per i minori migranti? Dal 2016, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia è operativo in Italia con un team distaccato dell’Ufficio Regionale per l’Europa e l’Asia Centrale (UNICEF ECARO, con sede a Ginevra), con il mandato di collaborazione con il Governo italiano in materia di protezione, istruzione e inclusione sociale di minorenni e giovani, con particolare attenzione a coloro che si trovano in situazioni di svantaggio – in accordo con le raccomandazioni e osservazioni conclusive del Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Tra gli interventi in ambito educativo e formativo, l’UNICEF collabora con le autorità nazionali, incluso il Ministero dell’Istruzione e del Merito e gli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali, con l’obiettivo di sperimentare e documentare modelli didattici innovativi volti a facilitare lo sviluppo di competenze, l’orientamento, la cittadinanza attiva e l’inclusione sociale di minorenni in situazioni di svantaggio, inclusi i minori e giovani migranti e rifugiati. Quali programmi specifici l’UNICEF ha implementato per sostenere l’istruzione dei minori migranti? L’azione dell’UNICEF in Italia ha attivato fin da subito la sperimentazione di percorsi innovativi di sviluppo delle competenze di minori e giovani migranti e rifugiati. Tra questi, il percorso UPSHIFT di sviluppo delle competenze trasversali e di educazione all’imprenditorialità, che ha coinvolto dal 2018 al 2021 ragazzi e ragazze migranti e rifugiati/e in laboratori creativi improntati sul learning-by-doing, in cui hanno avuto l’opportunità di analizzare le sfide legate al proprio vissuto e percorso migratorio e trasformarle in soluzioni innovative sotto forma di prodotti o servizi a impatto sociale. Dal 2023, l’UNICEF ha attivato i laboratori Skills4YOUth incentrati sullo sviluppo delle competenze e l’orientamento professionale di MSNA e giovani migranti e rifugiati di 15-24 anni presso strutture di accoglienza e Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) in tutto il territorio nazionale. Si tratta di un’iniziativa che fa parte del progetto “PROTECT – Protecting Children on the Move” finanziato dalla Commissione Europea attraverso il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) e volto a rafforzare il sistema di accoglienza in Italia. L’intervento vede coinvolto l’UNICEF e le principali autorità nazionali, tra cui il Ministero dell’Interno, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’azione è promossa grazie anche alle sinergie con la rete del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) e le Prefetture per il coinvolgimento delle diverse strutture di accoglienza, nonché grazie alla collaborazione con la Rete Italiana Istruzione degli Adulti (RIDAP) dei CPIA sul territorio. Il progetto ha un duplice obiettivo: da un lato, l’azione implementa laboratori di orientamento professionale direttamente

Cpia Como: corso di formazione “Mindfulteach. Dalle metodologie didattiche tradizionali alle tecniche didattiche su misura

Cpia Como: corso di formazione “Mindfulteach. Dalle metodologie didattiche tradizionali alle tecniche didattiche su misura

La Rete regionale dei CPIA Lombardia organizza il corso di formazione dal titolo “Mindfulteach. Dalle metodologie didattiche tradizionali alle tecniche didattiche su misura” previsto in modo specifico per docenti Italiano L2 e esteso anche  a A022 e A023 Durante il corso verranno affrontate le teorie glottodidattiche da cui si è attinto per programmare le attività laboratoriali con un particolare focus su: – fonetica – grammatica – sintassi Nei laboratori si svolgeranno le seguenti attività: – Hear Pump per la fonetica: si illustreranno alcune tecniche per aiutare gli studenti a discriminare le doppie. I partecipanti si metteranno in gioco operando attivamente in momenti di immersione/immedesimazione al fine di comprendere meglio le difficoltà degli studenti. – Crossfit per la sintassi: l’oggetto di questa parte laboratoriale si focalizza sulle strutture linguistiche volte a identificarsi e presentarsi con obiettivi comunicativi che differiscono a seconda del livello di competenza dell’apprendente, sia globale (da un analfabeta totale ad un A2 iniziale) sia specifico (chi ha già acquisito l’unità di apprendimento oppure no). L’attività ha come obiettivo principale la gestione delle classi ad abilità differenziate. – Allenamento isotonico per la grammatica: grammatica deduttiva o induttiva? Quali sono le strategie più utili per un apprendimento spontaneo ed efficace della grammatica? Durante il laboratorio ci si focalizzerà sulle strategie per l’insegnamento dei pronomi e dei verbi.   Per iscriversi compilare il form al link https://forms.gle/GRXFWGRaetZ8YC5e7 Link diretto al sito Cpia Como: https://www.cpia1como.edu.it/corso-di-formazione-rete-regionale-cpia-lomabardia/

Stiamo Freschi 2 – Andrea si è perso

Stiamo Freschi 2 – Andrea si è perso

Andrea s’è perso, e non sa tornare… Noi siamo insegnanti, e il nostro lavoro, oltre a quello descritto dal participio presente che ci definisce, è anche quello di raccogliere storie, di viverle con i nostri studenti, di portarle con noi nel nostro lavoro e nella nostra vita. A volte queste storie sono belle, addirittura edificanti, piccole storie di difficoltà superate, o di situazioni critiche affrontate con coraggio e determinazione, storie di riscatto e di successo. La storia di Andrea è brutta, senza lieto fine, e anzi con un finale drammatico. Però è attraversata da una lama di luce che qualcuno ha avuto la fortuna di vedere per e con lui. E’ per questa ragione che la storia di Andrea non deve andare persa. Andrea è (era) uno dei detenuti della Casa Circondariale di Varese che hanno partecipato al corso di modellazione e scultura che lo scultore Ignazio Campagna ha tenuto l’anno scorso, portato dai volontari dell’Auser. I lavori prodotti sono stati esposti presso la biblioteca dell’Istituto Comprensivo “Anna Frank” di Varese, e diverse opere di Andrea sono state selezionate. Addirittura suo è il logo della mostra. Andrea era detenuto a Varese per scontare una pena non troppo lunga, che era quasi giunta al termine. Era stato condannato per violenze domestiche, in una vita che con lui era stata violenta in tanti modi e per tanto tempo Ma non aveva spento in lui quella luce che gli permetteva di vedere il bello. Era giovane, poco più che trentenne, e avrebbe dovuto scontare ancora pochi mesi presso una comunità di accoglienza. Per questo era stato trasferito alla Casa Circondariale di Busto Arsizio, da dove poi sarebbe stato inviato in Comunità. Ma Andrea ha in bocca un dolore, la perla più scura. Quel giorno un altro detenuto era morto, per cause naturali. Sì, succede anche questo, come in tutte le comunità umane. Nell’immaginabile scompiglio che questo evento infausto deve avere causato, nell’agitazione generale, nella cronica mancanza di personale che affligge i nostri istituti di reclusione e di pena, nessuno si è accorto di Andrea. Il secchio gli disse “Signore, il pozzo è profondo, più fondo del fondo degli occhi della notte e del pianto.” Lui disse: “mi basta che sia più profondo di me”. Alfonsa Gucciardo – Cpia 2 Varese   No man is an island, entire of itself; every man is a piece of the continent, a part of the main. If a clod be washed away by the sea, Europe is the less, as well as if a promontory were, as well as if a manor of thy friend’s or of thine own were: any man’s death diminishes me, because I am involved in mankind, and therefore never send to know for whom the bell tolls; it tolls for thee.  (John Donne, Med. XVII)   L’Italia è un Paese dove, in generale, ci si suicida poco. Il tasso di suicidi tra la popolazione libera è stata, secondo i dati ISTAT del 2018, del 6,3 per 100.000 abitanti, ed è in discesa nell’ultimo triennio. Lo stesso tasso è 20 volte superiore nella popolazione in carcere. Il dato è impressionante. Secondo l’OMS l’Italia è il Paese europeo con la maggiore distanza fra l’incidenza del suicidio fra le persone libere rispetto a quelle incarcerate, tanto che i suicidi costituiscono un terzo del totale delle morti in carcere. Se prendiamo a paragone la Spagna, che ha un tasso di suicidi fra la popolazione libera di poco superiore a quello dell’Italia, il rapporto con il tasso di suicidi fra la popolazione in carcere e la popolazione libera è in rapporto di 5 a 1. I suicidi sono aumentati, come numero assoluto, nel biennio della pandemia, com’è facile comprendere, anche a causa dell’isolamento ulteriore: tutti i contatti con l’esterno sono stati eliminati, e non sempre i colloqui con i familiari sono stati sostituiti dalle videochiamate. La situazione di deprivazione sociale e affettiva, già insita nella condizione di ristretto, si è ulteriormente aggravata. Ai dati sui suicidi in carcere occorre poi aggiungere i dati, altrettanto impressionanti, sui tentati suicidi e sugli atti di autolesionismo. Classificati come “eventi critici”, gli atti di autolesionismo sono in netto aumento, essendo passati dal 17,8% di tutti gli eventi critici del 2016 al 24,3% del 2022. Gli atti di autolesionismo, in particolare, vengono messi in atto nel 60% dei casi dalle persone straniere in carcere. Infine, se consultiamo la “pagella” che l’agenzia SPACE I dà all’Italia, vediamo che il tasso di detenuti per 100.000 abitanti risulta “BASSO”. Nonostante questo, sappiamo che il tasso di sovraffollamento delle carceri italiane è del 118%, e in Lombardia è del 138% (dati al 31 marzo 2023). Coerentemente, SPACE valuta come “ALTA” la densità di popolazione; il tasso di detenuti di origine straniera è “MOLTO ALTA”, cioè superiore di più del 25% rispetto alla media europea; “ALTI” sono anche i dati che riguardano i detenuti in attesa di giudizio e il tasso di suicidi. Il rapporto fra detenuti e agenti è invece “MEDIO”. I suicidi avvengono più spesso fra coloro che entrano per la prima volta in carcere, e, curiosamente, fra coloro che più sono prossimi al termine della condanna. Per questi ultimi gioca probabilmente il disorientamento di una vita da ricominciare daccapo, l’incertezza degli affetti e della situazione che dovranno affrontare una volta usciti dal carcere. Secondo l’OMS in carcere si concentrano gruppi di popolazione particolarmente vulnerabili al suicido, a causa delle condizioni svantaggiate dal punto di vista economico, sociale, educativo e di salute. Fra le condizioni più pericolose si possono indicare fra le altre: la depressione, diffusa fra i ristretti; i tentativi di suicidio sono puniti con l’isolamento nella cosiddetta “cella liscia”, cioè una cella priva di arredi, a parte una brandina. Non è certo la condizione migliore in cui porre una persona che soffre per il contesto in cui si trova; il trauma di ingresso, a cui ora si cerca di porre un argine con una procedura di accoglienza nei confronti dei nuovi arrivi;  alcuni fattori psicosociali: tra i detenuti suicidi sono abbastanza comuni l’inconsistenza

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